venerdì 4 aprile 2014

AVVENTURE DI UNA PUTTANA PER BENE di Stella Jolì

E proseguiamo con le recensioni, stasera tocca ancora alla mia amica Stella Jolì.
Sì mi direte, ma sei proprio fissata con queste storie porno. Non so in effetti come sia capitato che anche questo libro di Stella lo abbia divorato in pochissimi giorni, in realtà era nell'ordine dei tanti libri di amici che ho comprato e intendo recensire. Va bene, va bene lo so, per quanto mi motivi vi piace più la versione che io sia un tipino di un certo tipo. 
Non ve ne distolgo e allora, ok.
A parte gli scherzi (!) ho incominciato a leggere questo libro, quello precedente che ho letto di Stella parlava di gay ora il romanzo parlava di una donna. Da un lato non poteva sussistere più la mia perversione vouyeristica di maschi gay ma aldilà delle fantasie ero proprio curiosa di capire come Stella avrebbe raccontato una donna, che dal titolo si annunciava pure un gran bel tipetto. Una stronzona! altro che scoprirò. Dunque inizio.
Ecco già nelle prime pagine un sacco di elementi che toccano la mia sensibilità e il mio vissuto. Intanto uno di questi protagonisti é un tale dottor D'Onofrio e chi mi conosce sa che di psichiatri e terapeuti ne ho conosciuti a bizzeffe...oltretutto questo D'Onofrio é tutt'altro che emotivamente (anzi sessualmente) poco implicato, é proprio un farabutto del livello più ambizioso! Alla larga!
Eh no. E' questo il punto, ogni passaggio di questo scritto di Stella sa provocare condanna e giudizio, presa di parte. Il fatto é che nulla vi risulta infine essere almeno in una certa ottica condannabile, etichettabile e Stella abilmente lo introduce già dal titolo forte in copertina. Tutto un marcio che si sviluppa e si sussegue e si intreccia e rafforza avvicendevolmente ma perché, se non per il motivo che si giunga a capire, che quanto accade é per lo più solo un contenitore vuoto e privo in sé stesso. Tutto quello che sviluppa e genera ora dolore ora questo e quest'altro non merita né é soggetto in questo testo al giusto/sbagliato, é questo che Stella ci comunica raccontando una vicenda che possa trovare anche immediato e spontaneo disdegno.  Unanimamente verso tutti questi aspetti che Stella prende e racconta qui, dei tabù o delle condotte  immorali, si trova inizialmente e d'istinto difensivo anche una critica al libro. E tutto può accadere, che il libro sia misogino, maschilista, che fomenti l'abuso sessuale, che fomenti anche solo la rinuncia ad ogni morale.
Vi parla una secondo cui l'emancipazione femminile é ancora fin troppo poco raggiunta, e oggi non meno negata seppur in modi differenti da un tempo. Insomma qualcuno a leggere dei miei scritti mi definirebbe anche un'agguerrita  femminista. Non amo essere alcunché, sono io finora e ne sono felice.
Stella non é comunque stupida e sa che uno strumento di tal genere come la vicenda raccontata possa in realtà esprimere il messaggio di fondo, che non mi é facilmente traducibile in poche righe, se non invitandovi a leggerlo ma già posso dirvi una cosa: Venga mostrato il fango, e solo a quel punto di onestà si comprende in noi lettori turbati che nulla ha in sé il senso di giusto o sbagliato se non quello che parta da noi.
Il termine PUTTANA ne diventa il simbolo più clamoroso. Mi spingo a dire che diventa il simbolo della società cosìdetta civilizzata. Pensiamoci: Cosa ha in sé di sbagliato una sessualità femminile liberata ed espressa come nelle oneste e bellissime fantasie sessuali che coltiviamo tutti noi? Perché questo é il concetto, non il lucro del corpo. Da dove parte davvero quel senso di sbagliato o aberrato o persino demoniaco che noi diamo a questa ed altre cose? Io credo che Stella voglia anche iniziare a porci guardandoci negli occhi questa domanda, nel modo che gli si confà umilmente cioé narrare in sostanza di forti e appassionate fantasie pornografiche che non trovino nella triste realtà alcuna collocazione e congruenza possibile.
Questo aspetto ha prodotto un mondo represso e per paradosso molto più perverso, questo parere ve lo aggiungo cogliendo l'occasione dell'argomento. C'è moltissima confusione e non siamo affatto educati e riconoscere sentimenti e distinguerli, é questo il nocciolo. E come Stella stessa dice, viviamo di "mi é stato insegnato" ecc. e infatti non a caso nella storia sbuca pure un uomo di Chiesa.
Io credo che siano i sentimenti molto più del sesso a voler essere liberati e accolti, e amati.
Tanto che Stella riesce a rendere anche ironica la situazione, proprio perché da lei è privata in partenza di colpa e vergogna. Questo d'altronde può permettere un romanzo molto più di altre cose.
Ma veniamo meglio a noi, nel dettaglio.
Ora, quando D'Onofrio ha combinato quel che ha combinato mi son sentita di volerlo fucilare ben più di Adriano (il protagonista principale), e qui però é subentrato che nel male é accaduto qualcosa di positivo.
Per noi, perché per mio parere Rebecca é stata danneggiata. E questo pure fa un libro, permette di raccontare un danno e lo fa al servizio di noi lettori. Un libro qualsiasi fondamentalmente é in sé un pretesto.
Va oltre, e permette cose bellissime.
Accade poi che una bambina venga violentata, e con umiltà incommensurabile di tal fatto Stella senza alcuna ipocrisia narra anche l'eccitazione e la sollecitazione della ragazzina. E' un punto elevato del libro, alla faccia della semplice pornografia coatta. In realtà io proprio per l'aspetto dei sentimenti non sono incline a pensare che il sesso sia capace di liberare, o che faccia sempre bene. Parere personale, ma possiamo forse più concordare che é la libertà prima a concedere il sesso poi. Invece qui accadono le più perturbanti violenze, i più crudeli usi. Ma questo é un altro aspetto del libro, la denuncia. Queste azioni cattive sono solo il simbolo corporale anche qui, di un mondo impregnato di utilizzi e rancori e danneggiamenti. La storia ha in sé anche una grande irreversibilità, ha il suo lato drammatico e però é più implicitamente tra le righe.
Altro punto significativo é quando Rebecca si sente liberata dalla colpa, riconoscendo un colpevole nella sua vita, e solo così può concedersi una libera sessualità. Sembra emergere un eterno conflitto tra i propri desideri e le leggi degli altri, non tanto in Rebecca che poi non credo sia così riconciliata, e così pure in noi l'eterna confusione tra libertà e Libertà. Sul finire la riappacificazione col marito ha connotazioni di disprezzo e di accettazione. Ancora una volta riempito da me. Che ci rimango male lì per lì, umiliata nei panni di una qualsiasi donna, quando lui pronuncia la fatidica parola conclusiva. 
Ma a Rebecca proprio non dispiace affatto questo gioco e chissà se Stella ci aiuterà meglio a capire in altre storie che attenderemo con fiducia e gioia, come faccia.


 




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