domenica 1 febbraio 2015

La bossa nova -terza e ultima parte-

Gli inizi degli anni '60 hanno per colonna sonora qui in Italia il genere rock'n roll-melodico-jazz con i cantanti cosìdetti urlatori come il clan di Celentano, piuttosto che Modugno, Mina, lo swing di Buscaglione, la sonorità allegra partenopea (contaminata di afroamerica e nord africa) tipica di Carosone nonché dal proseguirsi della melodia napoletana (il primo festival é noto che fu quello della canzone napoletana, l'icona stessa del nostro paese da sempre e forse per sempre).
Senza sconfinare troppo oltre l'Italia accenno al massimo sulla nascita contemporanea alla bossanova del genere soul in nord America attraverso etichette discografiche come la Tamla Motown, e un gran numero di artisti come Ray Charles, l'amico Quincy Jones, il cubano Mongo Santamaria, e poi ancora Herbie Hancock, Lalo Schifrin, John Coltrane e infine ma non certo meno influenzanti i Beatles in Inghilterra, e tantissimi altri che già senz'altro conoscete bene o avete sentito nominare più di una volta.
In tutta questa atmosfera la bossanova si colloca come imperante sottofondo che ispira tutti o quasi, per esempio la stessa Mina. Molte canzoni brasiliane vengono più volte riprese in varie salse da tanti musicisti o cantanti legati in qualche modo al vastissimo filone jazz e/o melodico.
Samba de uma nota sò, di Tom Jobim, ne é l'esempio più evidente, una semplice e orecchiabile struttura musicale che é un altro successo mondiale di inizi anni '60 (la mia preferita é l'interpretazione dei Coral de ouro preto -1961- davvero molto bossa, quasi un carosello), così come quasi un lustro dopo un successo dei Tamba Trio come Mas que nada (Jorge Ben), il brano diventa il cavallo di battaglia di un musicista cosmopolita e sperimentale come Sergio Mendes insieme alle coriste e gli altri del gruppo Brasil '66.
Attorno alla metà degli anni '60 la bossanova assume una sfumatura meno spensierata e romantica come daltronde in linea con lo spirito giovanile dell'epoca in ogni angolo del mondo, per esempio con Edu Lobo piuttosto che Caetano Veloso o Gilberto Gil. La famosa cantante dalla voce dolce e pastosa, Sylvia Telles, dopo molti successi muore in un incidente nel 1966, proprio quando la voce rauca e corposa di Elis Regina  inizia ad essere conosciuta (Zazueira é del 1973, O Barquinho -di R. Menescal- dopo quasi un decennio viene interpretata da Elis nel 1969) e diviene forse la cantante brasiliana più famosa in tutto il mondo.
Altra canzone celeberrima é Aguas de marco (pioggia di marzo) poesia sul mistero dell'amore di Tom Jobim e duettata con Elis nel 1974.
La bossa come dice un brano cantato da Toquinho e Jobim (Carta Tom '74) guarda ormai con nostalgia i gloriosi tempi dell' Amor em paz, dell'esplosione di sentimenti che l'ha fatta nascere nei tardi '50, e dice ancora, bisogna farsene serenamente una ragione.
Eppure dopo circa una ventina d'anni la bossanova, ascoltata ora col filtro del Senno di poi, vive una seconda rinascita, nessuna produzione o artista inedito valente i precedenti a mio parere, ma l'inizio di un percorso musicale di poca gente che spesso passa per sonorità easylistenig, funky ed acid jazz e che conduce alla riconoscibilità del termine e del genere bossanova ai più proprio dopo cinquant'anni da Chega de saudade.
 

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